venerdì 22 febbraio 2013

VOLONTA' E IDEE PER LA RIVOLUZIONE

Volontà e idee per la Rivoluzione

Volontà e idee per la Rivoluzione

Con queste parole Antonio Ingroia ha  scaldato il popolo di Rivoluzione Civile al Gran Teatro:
Io non ho paura perché voi non avete paura. Noi, rivoluzionari, non abbiamo paura perché siamo tanti e andremo avanti sino in fondo contri i mafiosi, i complici dei mafiosi, i corrotti, i grandi evasori fiscali, i partiti della casta, le banche della cricca, i padroni come Marchionne, le industrie degli armamenti. Perché noi siamo per la verità, per la giustizia, per l’eguaglianza, per i diritti dei senza diritto, per restituire il potere ai senza potere. Contro l’Italia dei disastri ma per vincere questa battaglia dobbiamo fare una rivoluzione. La rivoluzione dei cittadini onesti.
E le vere rivoluzioni si fanno non ergendosi a salvatori della patria. Io non sono un salvatore della patria, anzi, per citare una frase di un grande uomo importante: “ Io non sono un liberatore. I liberatori non esistono. Sono solo i popoli che si liberano da se” e questo grande uomo è Che Guevara.
Per fare una rivoluzione noi abbiamo forza, volontà e idee. Ma per fare una rivoluzione occorre innanzitutto cuore , passione ed emozione. Le tenebre di questa Italia sono il buio della democrazia e dell’ingiustizia, il buio della miseria e della disoccupazione. Nei primi mesi del 2012 sono fallite circa 300.000 aziende. Più di mille al giorno. La disoccupazione giovanile è al 37% e quella femminile è la più alta d’Europa. I prezzi sono aumentati ed è crollato il potere di acquisto di salari e pensioni. Sono 350.000 gli esodati senza lavoro e senza pensione e 260.000 i precari nella sanità e nella scuola.
L’Italia ha un cuore di tenebra e allora per uscire dal tunnel della crisi abbiamo bisogno di una vera rivoluzione e oggi rivoluzione in Italia significa risolvere innanzitutto la questione morale del nostro Paese. Trenta anni fa un grande uomo politico della nostra storia Repubblicana lo disse ma rimase inascoltato: “La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico”. Era Enrico Berlinguer.
Chi dice di sentirsi l’erede di questi ideali ha tradito quel patrimonio politico culturale ed etico. Ecco perché ci vuole la Rivoluzione Civile. Siamo noi che portiamo avanti quella battaglia, e per portare avanti quella battaglia bisogna abbattere questa classe dirigente irredimibile che sta divorando il paese rubando denaro pubblico e condannando alla povertà fasce sempre più ampie della popolazione. “ Io non sono un liberatore. I liberatori non esistono. Sono solo i popoli che si liberano da se”.
E’ ormai incontenibile la deriva immorale che ha investito l’intera classe dirigente caratterizzata da un neo capitalismo di rapina e dall’affarismo politico degli intrallazzi. MPS, Finmeccanica, Eni Saipem. Sono soltanto gli ultimi anelli di una lunga catena, la bancarotta etica del sistema per essere rovesciata ha bisogno di una rivoluzione. Una classe dirigente ormai agonizzante, asserragliata dentro il fortino del potere dove detengono tutte le armi; le armi del potere politico, del potere economico-finanziario e del potere dell’informazione. Gli Italiani onesti sono stufi, è il momento di dire basta a questa classe dirigente, il momento di espugnare quel fortino assediato ormai da milioni di italiani sempre più indignati, impoveriti ed inferociti. Come fare? Guardiamo in faccia la realtà e smascheriamo le menzogne. Prima menzogna: l’Italia è un Paese povero. In Italia non ci sono ricchezze da investire nello stato sociale e quindi nei servizi per i cittadini e negli investimenti per rilanciare la ripresa economica e creare nuovi posti di lavoro. È falso.
L’economia sommersa è arrivata al 31% del PIL. L’illegalità, tra corruzione ed evasione succhia 180 miliardi di euro l’anno. L’economia mafiosa ammonta a più di 150 miliardi di euro. Totale circa 400 mld di euro l’anno a fronte dei 2000 mld di euro di debito pubblico. Un paese civile non può accettare questo. Non può accettare un’economia dell’ illegalità come componente del sistema. E rispondiamo a chi provocatoriamente ci dice che noi presentandoci alle elezioni rischiamo di favorire Berlusconi. Diciamo che noi siamo gli unici veramente alternativi alle sue politiche. Noi siamo gli unici che abbiamo messo nel nostro programma l’obiettivo non di contrastare ma di eliminare la mafia. Un ministro di Berlusconi (Lunardi) disse: “Con la mafia bisogna convivere”. Noi la vogliamo sconfiggere.
Noi, inoltre, faremo la legge sul conflitto di interessi, a differenza del Pd che l’ha solo annunciata. Questa è la differenza tra noi e loro. Questa è la prova di come il partito democratico non abbia voluto risolvere il conflitto d’interessi e noi lo faremo non appena metteremo piede in parlamento. A differenza del Pd, avvieremo una politica per debellare la mafia e la casta dei corrotti e dei grandi evasori fiscali. Noi abbiamo la proposta di legge Ingroia-LaTorre. Quando parlo di confische ai patrimoni dei grandi evasori fiscali non mi riferisco certo alle piccole evasioni degli scontrini fiscali e cose del genere. Io parlo di chi viene processato per grandi evasioni fiscali: per fare un esempio a caso: Silvio Berlusconi è stato condannato per frode fiscale. Quando sarà in vigore questa normativa l’alto commissariato potrà fare l’accertamento su tutto il patrimonio di Berlusconi!
Ma noi la legalità la vogliamo tutelare non soltanto per colpire i sistemi criminali e le caste, ma anche per premiare l’Italia della legalità che ha pagato fino ad oggi il conto per tutti. A cominciare dai tanti, troppi disoccupati, sempre di più nel nostro paese, ai lavoratori con sempre meno diritti. Ai pensionati, ai giovani. Noi queste risorse le togliamo all’economia dell’illegalità per darle al Paese, all’Italia degli onesti. E come facciamo? Innanzitutto noi le tasse di chi ne ha pagate troppe fino ad oggi le vogliamo abbassare davvero. Prevediamo un meccanismo automatico di riduzione che avviene in modo proporzionale ed automatico per ogni euro di evasione fiscale che viene recuperato dallo stato. Così fa uno stato che si rispetti e che vuole appassionare i cittadini alla lotta alla legalità e non solo: perché noi quello che recuperiamo lo vogliamo mettere in un fondo pubblico gestito da una banca pubblica, un istituto pubblico di credito che agevoli l’economia della legalità. In questo fondo, che chiameremo il fondo della legalità, vogliamo che affluiscano non solo quanto tolto dalle truffe, ma anche dalla BCE e dal Sistema bancario privato.
Questo fondo, gestito da una banca pubblica, mette a disposizione delle imprese virtuose crediti agevolati al 2%. E non basta. Ci sono i fondi europei che spesso non utilizziamo. Entro il 2013 bisogna spendere 31 miliardi per progetti e noi diciamo che si devono spendere per la formazione dei giovani e per la gestione delle nuove tecnologie. E inconcepibile che noi versiamo all’Europa come avviene 15 miliardi di euro l’anno e ne riceviamo solo 8. Per questo proponiamo la costituzione di un nucleo nazionale di valutazione e predisposizione dei progetti per lo Stato e le Regioni.
Questa è l’Italia che vogliamo: più equa (patrimoniale e abolizione IMU prima casa), dalla parte dei lavoratori (abolizione riforma Fornero, reintroduzione articolo 18, legge sulla democrazia sindacale e diritto di voto ai lavoratori su contratti e accordi che lo riguardano), introduzione del salario minimo garantito, cancellazione delle 42 forme di contratto precario e promozione del contratto a tempo indeterminato come rapporto di lavoro standard, un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile, introduzione reato di femminicidio, la risoluzione della questione degli esodati garantendo a chi ha sottoscritto accordi entro il dicembre 2011 l’accesso alla pensione con le vecchie regole. Perché uno stato serio non cambia le regole dopo.
Vogliamo il rispetto dei diritti civili (matrimonio omosessuale e adozione), la difesa dell’ambiente per un’Italia pulita e sana e la tutela del territorio e della salute dei cittadini contro la speculazione dei grandi gruppi industriali (Vedi ILVA Taranto).
Ci dicono: ma da dove prendete questi soldi? Li prenderemo dalle tasche dei corrotti, degli evasori fiscali, dei mafiosi e dei loro complici, da quelle dei super ricchi e noi vogliamo tagliarla spesa pubblica.. Direte: voi volete tagliare la spesa pubblica? Ma voi non siete gli spendaccioni che volete spendere? Sì, perché noi vogliamo smascherare la menzogna della casta che dice di aver tagliato la spesa pubblica. Non è vero, hanno tagliato solo la spesa sociale e noi invece vogliamo tagliare dove loro la spesa pubblica l’hanno aumentata per fare un favore alle grosse industrie. Avete capito di cosa parlo? Parlo dei tagli alla spesa militare che noi faremo. (F35- Ritiro truppe- Revoca decisione intervento MALI).
Più scuola pubblica, più università pubblica. La cultura serve a rendere i cittadini consapevoli. Non è facile realizzare tutto questo. Ecco perché ci vuole una rivoluzione. Come diceva Che Guevara, la vera rivoluzione deve iniziare dentro di noi. La prima rivoluzione sarà quella della verità e della responsabilità. Smascherare le menzogne di tutti. Smascherare la menzogna politica di chi in questa campagna elettorale ha detto il falso.
Berlusconi che arriva al punto di raggirare tanti italiani con una lettera che costituisce il reato e per questo lo abbiamo denunciato. Vergogna!
Monti che ha avuto la spudoratezza di promettere di togliere le tasse che lui stesso con convinzione ed obbedienza verso i poteri forti ha messo sulle spalle degli italiani. Vergogna!
Il Centro Sinistra ed in particolare il leader Bersani che dice di voler cambiare l’Italia per stare dalla parte dei lavoratori e andrà in Parlamento con questa dichiarazione di intenti e con un accordo già siglato con Monti. Caro Nichi Vendola: ti sei dimenticato di aver firmato questa dichiarazione? Come fai a dirti di sinistra avendo firmato questa dichiarazione? Tradendo le aspettative e le speranze dei lavoratori che in te hanno creduto e forse ancora credono e lo dico non per arraffare voti, ma per amore di verità, gli elettori sappiano. Smascheriamo le troppe menzogne che si sono dette in campagna elettorale.
E infine non possiamo fingere di non vedere il più grande bluff elettorale che si consuma in questi giorni che si chiama Beppe Grillo un uomo di spettacolo che regala spettacoli gratuiti nelle piazze d’Italia e dove affluiscono migliaia di spettatori contenti di assistere allo sberleffo del comico contro il potere. Ma questa non è politica che può cambiare il Paese. Non basta lo sberleffo, non basta la protesta, noi siamo contro la casta noi siamo contro il potere corrotto, contro i soprusi, contro la violazione dei diritti, siamo per la costituzione di questa repubblica e noi diciamo agli elettori l’Italia che vogliamo.
E tu, Beppe che Italia vuoi? Vuoi un’Italia antifascista o vuoi un’Italia che strizza l’occhio a Casa Pound. Di fascisti ne abbiamo. L’Italia che sta dalla parte della magistratura contro i mafiosi e i corrotti o l’Italia che ha paura della magistratura? Perché hai detto che hai paura della magistratura?
Ecco perché noi siamo diversi da tutti gli altri. Ecco perché noi stiamo facendo la Rivoluzione Civile con la quale cacceremo a pedate questa classe dirigente marcia e corrotta, entreremo nel fortino assediato e cambieremo l’Italia. Perché noi cambieremo la politica e realizzeremo quello che diceva John Kennedy: useremo il tempo della politica come uno strumento e non come una poltrona.
E lo faremo nel segno della giustizia e della verità. Perché andremo in parlamento anche per aiutare la magistratura ad illuminare le stanze buie della verità negata. L’Italia ha bisogno di aria pulita. L’aria pulita della giustizia sociale e della verità perché non c’è democrazia senza giustizia sociale e non c’è democrazia senza verità. Perché noi vogliamo giustizia sociale e noi vogliamo la verità sui misteri più bui della storia del nostro Paese. Anche in questo siamo rivoluzionari perché, come diceva Gramsci, “la verità è sempre rivoluzionaria”. Questa è la rivoluzione civile e io, come diceva Martin Luther King ho un sogno “I have a dream”, il sogno della rivoluzione, e questo è un sogno che si avvera, una speranza che si realizza e una scommessa che si vince. Vinciamo insieme. Viva la rivoluzione dei cittadini onesti.

lunedì 18 febbraio 2013

APPELLO AL VOTO: ...IL VERO VOTO "UTILE"


A tutte/i le/i Compagne/i della Vallecamonica e dell'Alto Sebino! 
Il circolo PRC chiede un ultimo sforzo a favore delle Liste sostenute dal Partito per le prossime elezioni!

Alla Camera ed al Senato della Repubblica sosteniamo 
RIVOLUZIONE CIVILE con Ingroia,
e per la Regione Lombardia la Lista CIVICO A SINISTRA con preghiera di scrivere la preferenza con il nome GADDI per i compagni/e della provincia di Brescia, mentre per la provincia di Bergamo il nome SIRONI!

E' l'unico modo per sperare di avere una vera alternativa nazionale e regionale!
Vi chiediamo di aiutarci pubblicizzando dove potete questa intenzione di voto tra i vostri amici e conoscenti! 

E' l'unico voto davvero UTILE che conosciamo!

Buona fine campagna elettorale a tutte/i e buon voto!!!!

mercoledì 13 febbraio 2013

A PROPOSITO DI RIVOLUZIONE......

Il “mestiere" di rivoluzionario

Non siamo i depositari della verità, né di tutta la sapienza del mondo, e dobbiamo imparare giorno per giorno, e nel momento in cui smetteremo di apprendere, o crederemo di sapere tutto, o avremo perso la capacità di capire il popolo e la sua gioventù, quello è il momento in cui avremo smesso di essere dei rivoluzionari.
Ernesto "Che" Guevara

domenica 10 febbraio 2013

APPUNTAMENTO IMPORTANTE: SABATO 16 FEBBRAIO 2013


I Circoli di Rifondazione Comunista dell’Alto Sebino e della Vallecamonica in vista delle prossime elezioni regionali organizzano:

PRIMA DI TUTTO IL LAVORO

Sabato 16 febbraio, ore 16,00

A Cividate Camuno, presso la Sala del Centro Civico

 ASSEMBLEA PUBBLICA con:

DINO GRECO direttore di “LIBERAZIONE”

MATTEO GADDI candidato a Brescia per la lista “Etico, a Sinistra”

DANIELE GAZZOLI Segretario CGIL di Vallecamonica

Coordina LILIANA FASSA CGIL Vallecamonica

 

A seguire cena di autofinanziamento con Paella su prenotazione
PER INFO E PRENOTAZIONI:
IVAN FACCHI TEL.3687441048, MARCO 3470197596, IVAN SIGALA 3384768232, TIZIANO 3333612477
 

GIOBBE COVATTA - SE FOSSI IN VOI VOTEREI INGROIA


“Io fossi in voi voterei Ingroia” parola di Giobbe Covatta

“Io fossi in voi voterei Ingroia” parola di Giobbe Covatta

Il suo spettacolo l’ha chiamato “Ecorivoluzione civile“, in sostegno al movimento di Antonio Ingroia. Giobbe Covatta, comico, attore e scrittore, racconta perché appoggia Rivoluzione Civile.
Tra le tante trovate e promesse impossibili dette a destra e a manca in campagna elettorale “Ingroia non dice cazzate”, spiega Covatta con l’ironia che lo contraddistingue

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4H94dLuhi7I

venerdì 8 febbraio 2013

PRIMO IL LAVORO

«Primo il lavoro»

Prima una conferenza stampa a Torino; poi la visita alla Fiat. Una giornata piemontese per Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione civile, e i candidati Paolo Ferrero (segretario nazionale del Prc) e Antonio Di Luca (operaio Fiat, uno dei 19 licenziati e reintegrati a Pomigliano). Una giornata piemontese per ribadire che, mentre gli altri (leggi, Pd e Monti) si preoccupano solo delle alleanze, «la nostra priorità è il lavoro, vogliamo affrontare le difficoltà dei lavoratori e dei disoccupati: abbiamo ricette precise per contrastare il modello che fino ad oggi si è affermato, quello del duo Marchionne-Monti, basato sul disprezzo dei diritti dei lavoratori senza alcun rimedio per la disoccupazione». «Noi - ha detto Ingroia nella conferenza stampa - vogliamo realizzare una Rivoluzione Civile per rovesciare questo modello. La nostra è la giusta sintesi tra la buona politica, che è sempre stata dalla parte dei diritti dei lavoratori, e della società civile: per questo abbiamo candidato Paolo Ferrero e Antonio Di Luca», che infatti erano lì al suo fianco.
Lavoro, ma non solo (o magari le due cose sono connesse): «Come capolista in Piemonte per il Senato - ha spiegato Ingroia - abbiamo candidato Nilo Durbiano, il sindaco che si è opposto al Tav, rappresentante di quegli amministratori locali che stanno dalla parte dei cittadini contro i gruppi che tutelano gli interessi finanziari ed economici. Bersani ha già scelto, andrà con Monti e quindi, se così dovesse essere, gli italiani si dovranno ancora una volta rassegnare a non avere un governo di centrosinistra. È chiaro che non si può fare un governo di centrosinistra con la destra. Noi faremo le nostre battaglie in Parlamento e, se si creeranno le condizioni per un governo con obiettivi e proposte di sinistra, in linea con il nostro programma, noi ci saremo e non ci sposteremo di un millimetro».
Dopo la conferenza stampa, è stata la volta dei cancelli della Fiat, «il simbolo di tutte le principali sfide che attendono un governo di centrosinistra nei fatti e non solo nel nome». Obiettivo le meccaniche Mirafiori, dove oggi lavorano mille operai su 5000 e già questo basta a capire cosa stia succedendo nella più grande fabbrica italiana. «Alla Fiat - insiste il leader di Rivoluzione Civile, mentre distribuisce volantini agli operai - negli ultimi anni, i diritti dei lavoratori sono stati violati impunemente. La Costituzione è stata trasformata in carta straccia» e «tutto con la piena complicità dei governi Berlusconi e Monti e spesso, purtroppo, anche del Partito democratico». «La Fiat, principale industria automobilistica italiana, sta abbandonando il nostro Paese senza che nessun governo dica una parola» conclude Ingroia, mentre continua «un’inesorabile perdita di fette di mercato e la mancanza di nuovi modelli e d’innovazione. La Fiat, insomma, è diventata solo una fabbrica di chiacchiere».
Poco distante Paolo Ferrero parla al megafono; spiega che occorre agire subito per una più equa redistribuzione del reddito, anche impedendo ai manager di guadagnare 100 volte più dei loro operai; mentre Di Luca racconta, per averla vissuta sulla propria pelle, la storia di Pomigliano, spiegando che cos'è, in concreto, il modello Marchionne.
Ultima tappa alla Magnetto Wheels. Al grande pubblico il nome non significa granché; eppure è una fabbrica (produce ruote e cerchioni) simbolica della situazione che si sta determinando nell'indotto Fiat (che occupa tra i 60 e i 70mila lavoratori): in trecento stanno per andare in cassa integrazione. Se non riparte Mirafiori, è tutto un sistema che va in crisi.

FERRERO UNA PATRIMONIALE E STOP A GRANDI OPERE!

Ferrero: «Una patrimoniale e stop a grandi opere inutili»

Ferrero: «Una patrimoniale e stop a grandi opere inutili»

dal Corriere Mercantile del 5 febbraio 2013 -
«Fra il centro sinistra e Monti c’è già un accordo per governare assieme dopo le elezioni e l’accordo è così forte che possono anche permettersi di fare adesso il gioco delle parti, attaccandosi a vicenda». è la certezza di Paolo Ferrero, il segretario nazionale di Rifondazione comunista ieri a Genova per la campagna elettorale. Campagna elettorale che vede Rc in corsa con Rivoluzione civile, la coalizione che appoggia la candidatura a premier di Antonio Ingroia e di cui fanno parte anche Pdci, Verdi e Idv, e alcuni movimenti. Argomento inevitabile quello degli appelli agli elettori di sinistra al voto utile: appelli che arrivano e arriveranno dal centrosinistra e dal Pd in particolare. «La questione è semplice – commenta Ferrero – gli italiani che sono contenti del governo Monti, dell’Imu, dei tagli al welfare e ai Comuni votino pure Pd, Pdl e Udc che hanno governato insieme e che continueranno a farlo. Chi, invece, vuole il cambiamento e non vuole che i poveri siano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, come è successo in questi anni, voti noi». Perchè gli obiettivi di Rivoluzione civile vanno in un’altra direzione: «Noi diciamo che la prima misura da mettere in atto è una bella tassa sui patrimoni a chi ha più di 800 mila euro di patrimonio – spiega Ferrero – Questi soldi vanno usati per diminuire le tasse a chi, invece, in questi anni è diventato sempre più povero. Berlusconi, che dice di voler abolire e rimborsare l’Imu prendendo i soldi grazie a un accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali, non dice, però – obietta Ferrero – che il suo governo non aveva voluto fare l’accordo con la Svizzera quando altri Stati lo avevano fatto, e che adesso la Svizzera non è più d’accordo».
Nel programma di Rivoluzione civile c’è poi lo «stop a stipendi e pensioni d’oro. Bisogna fissare – spiega – un tetto massimo di 5mila euro per tutti: parlamentari, consiglieri regionali, manager pubblici. E poi bisogna dire basta con le grandi opere inutili e dannose: tav, ponte sullo stretto di Messina. Le opere che servono sono quelle per la manutenzione del territorio. Noi – aggiunge – vogliamo estendere la legge La Torre sulla confisca dei beni ai mafiosi anche ai grandi evasori e a chi si macchia di grossi reati di corruzione e diciamo basta alle privatizzazioni, perchè non si esce dalla crisi privatizzando».
Ferrero è, invece, convinto che la «politica economica del centrodestra non è molto diversa da quella del centrosinistra» e che «Monti e il centrosinistra stanno lavorando per fare il pieno di voti, sapendo che non è possibile che Berlusconi vinca al Senato. Il Pd ha proposto a noi un accordo di desistenza al Senato, e chi dice il contrario sa di mentire. Ma – aggiunge – quando noi abbiamo chiesto al Pd di impegnarsi a non governare con Monti dopo le elezioni, loro per tutta risposta ci hanno offerto dei posti. La verità – denuncia il segretario di Rc – è che non vogliono un’opposizione da sinistra e noi siamo l’unica opposizione da sinistra».
Ferrero non nasconde, tuttavia, che la coalizione di cui Rifondazione comunista fa parte ha suscitato e suscita qualche perplessità, per i percorsi che dividono i partiti alleati nel nome di Ingroia: «In questa coalizione abbiamo messo insieme battaglie diverse, per la difesa del territorio, contro le mafie, per i beni comuni – spiega – Le forze politiche che aderiscono alla coalizione hanno sottoscritto un programma e vale questo programma. Rifondazione comunista ci sta comoda ma io riconosco ad Antonio Di Pietro il merito di aver cambiato idea su alcune questioni, come la tav, tanto che il segretario regionale dell’Idv del Piemonte si è dimesso».
Ma a Rivoluzione civile, Ferrero rivendica soprattutto una peculiarità: «Noi siamo l’unica coalizione che non ha punti di contatto con i poteri forti». E venerdì prossimo arriva a Genova Ingroia. [a.c.]

giovedì 7 febbraio 2013

UN PROGRAMMA PER GOVERNARE L'ITALIA!

UN PROGRAMMA PER GOVERNARE L’ITALIA

ALTERNATIVO A BERLUSCONI E A MONTI

Vogliamo realizzare una rivoluzione civile per attuare i principi di uguaglianza, libertà e democrazia della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza.
Vogliamo realizzare un “nuovo corso” delle politiche economiche e sociali, a partire dal mezzogiorno, alternativo tanto all’iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla distruzione dei diritti sociali, del lavoro e dell’ambiente che ha caratterizzato il governo Monti.

Per l’Europa dei diritti, contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie.

Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale;

Per la legalità e una nuova politica antimafia

che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia, che va colpita nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. Il totale contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico;

Per la laicità e le libertà.

Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona. Siamo per una cultura che riconosca le differenze. Aborriamo il femminicidio, contrastiamo ogni forma di sessismo e siamo per la democrazia di genere. Contrastiamo l’omofobia e vogliamo il riconoscimento dei diritti civili, degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere. Contrastiamo ogni forma di razzismo e siamo per la cittadinanza di tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti;

Per il lavoro. Non vogliamo più donne e uomini precari.

Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;

Per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole.

Deve partire un grande processo di rinascita del Paese, liberando le imprese dal vincolo malavitoso, dalla burocrazia soffocante. Vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Vanno valorizzate le eccellenze italiane dall’agricoltura, alla moda, al turismo, alla cultura, alla green economy;

Per l’ambiente.

Va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va fermato il consumo del territorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto di Messina. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Va valorizzata l’agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. Vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog;

Per l’uguaglianza e i diritti sociali.

Vogliamo eliminare l’IMU sulla prima casa, estenderla agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, istituire una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Vogliamo colpire l’evasione e alleggerire la pressione fiscale nei confronti dei redditi medio-bassi. Vogliamo rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la non-autosufficienza. Vogliamo il diritto alla casa e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Vogliamo un tetto massimo per le pensioni d’oro e il cumulo pensionistico. Vogliamo abrogare la controriforma pensionistica della Fornero, eliminando le gravi ingiustizie generate, a partire dalla questione degli “esodati”;

Per la conoscenza, la cultura, un’informazione libera.

Affermiamo il valore universale della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche. Vogliamo garantire a tutte e tutti l’accesso ai saperi, perché solo così è possibile essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli, recuperando il valore dell’art.3 della Costituzione, rendendo centrali formazione e ricerca. Vogliamo portare l’obbligo scolastico a 18 anni. Vanno ritirate le riforme Gelmini e il blocco degli organici imposto dalle ultime leggi finanziarie. E’ necessario accantonare definitivamente qualsiasi progetto di privatizzazione del sistema di istruzione e stabilizzare il personale precario. Vogliamo valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico, come afferma l’art. 9 della Costituzione. Vogliamo una riforma democratica dell’informazione e del sistema radiotelevisivo che ne spezzi la subordinazione al potere economico-finanziario. Vogliamo una legge sul conflitto di interessi e che i partiti escano dal consiglio di amministrazione della Rai. Vogliamo il libero accesso a Internet, gratuito per le giovani generazioni e la banda larga diffusa in tutto il Paese;

Per la pace e il disarmo.

Va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’articolo 11 della Costituzione a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate in missioni di guerra. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Va abrogata la riforma Monti delle Forze Armate, vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35 e di tutti i nuovi armamenti.

Per una nuova questione morale ed un’altra politica.

Vogliamo l’incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo eliminare i privilegi della politica, la diaria per i parlamentari, porre un tetto rigido ai compensi dei consiglieri regionali e introdurre per legge il limite di due mandati per parlamentari e consiglieri regionali. Vogliamo una nuova stagione di democrazia e partecipazione.

ANTONIO INGROIA OGGI AI CANCELLI DELLA FIAT

Fiat fabbrica di chiacchiere, restituiamo dignità al lavoro

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Operai della Fiat in sciopero in un’immagine di repertorio
Oggi alle 13 sarò a Torino, di fronte ai cancelli della Fiat. Si tratta, forse, dell’appuntamento più importante di questa campagna elettorale perché, oggi più che mai, l’azienda torinese è il simbolo di tutte le principali sfide che attendono un governo di centrosinistra nei fatti e non solo nel nome.
Alla Fiat, negli ultimi anni, i diritti dei lavoratori sono stati violati impunemente. La Costituzione è stata trasformata in carta straccia. La legalità è stata calpestata senza vergogna da un’azienda che si ritiene al di sopra delle leggi dello Stato. Tutto questo con la piena complicità dei governi Berlusconi e Monti e spesso, purtroppo, anche del Partito democratico. La Fiat, principale industria automobilistica italiana, sta abbandonando il nostro Paese senza che nessun governo dica una parola. Tutti fingono di credere alle promesse che Marchionne fa, senza alcuna intenzione di mantenerle, solo per garantirsi che lo Stato italiano continui a regalare risorse pubbliche al Lingotto, senza chiedere nulla in cambio.
A tutti gli attacchi ai diritti dei lavoratori, poi, ha corrisposto un’inesorabile perdita di fette di mercato e la mancanza di nuovi modelli e d’innovazione. La Fiat, insomma, è diventata solo una fabbrica di chiacchiere, per colpa di qualcuno, a discapito di tanti. Rivoluzione Civile è nata proprio per impedire che, nei prossimi anni, si ripetano scempi come quelli che ha compiuto fino ad oggi Sergio Marchionne, e per restituire dignità al lavoro.
Antonio Ingroia

TRATTO DA LIBERAZIONE

lettera aperta

Quando le Istituzioni spacciano per cultura l'apologia fascista

Ho ancora nei miei occhi, ferma nelle retine, immobile come la sequenza di una vecchia pellicola difettosa, bloccata sullo schermo del mio sgomento, l'immagine del giovane partigiano impiccato nel mezzo della piazza del Municipio di Ivrea. Il misero corpo straziato apparteneva ad un ragazzo di Biella, F.N. le iniziali del suo nome, 22 gli anni di quella giovane vita, paesaggio piemontese immerso nella lotta partigiana del 1944, in un contesto di profonda tensione e privo di ogni umana pietas. La fotografia testimonia, appunto, l'esecuzione di quel ragazzo, a seguito del rastrellamento effettuato dagli uomini della X ( flottiglia) Mas per un attentato effettuato dai partigiani della zona. Attorno sono visibili , nell'algida raffigurazione di quegli anni lontani, le divise dai maglioni dal colore grigio, l'elmo o il basco con l'insegna dell 'ancora, la rosa tra i denti di un lugubre teschio, portato con ostentata baldanza sulle mostrine con i gladii..... il mitra a tracolla ... Era, appunto, l'anno 1944, e da quella tragica icona in bianco e nero, è visibile chiaramente una scritta minacciosa, un ammonimento contenuto sul cartello appeso al collo del ragazzo dal corpo inanimato, monito che doveva destare terrore a tutti gli eventuali trasgressori . Recitava la scritta: "Aveva con le armi tentato di colpire la DECIMA"  ("Publifoto", riportata da Ricciotti Lazzero, "La decima mas ", ed. Rizzoli, Milano, 1984- Centro Studi sulla Resistenza nel Canavese).
Quel cartello risulta, di per sè, il più chiaro atto di accusa, l 'evidente condanna dei metodi adottati dalle formazioni della X Mas, che prontamente avevano aderito alla RSI nel 1943, e, anche se esse vantassero una certa autonomia, ma pur sempre a fianco dell'alleato nazista, nella repressione come nei rastrellamenti o nelle fucilazioni, unitamente alle SS. Nei confronti di italiani oppressi che volevano divenire liberi, contro l'occupante nazista, ed il servilismo e la piaggeria di uno stato fantoccio mai riconosciuto come tale a livello diplomatico internazionale, ma solo da parte del Terzo Reich e del Giappone, ultimi e soli alleati.
Nella raffigurazione tragicamente famosa, ormai, giovani militari dimostravano indifferenza all'obbiettivo, si aggiravano fumando in quella piazza, passeggiando e parlando tra loro, scherzando, algidamente estranei a quel triste scenario. Ma che importava? La loro operazione era stata portata a termine, avevano obbedito agli ordini e la coscienza risultava loro leggera, nessun pentimento, nessun rimorso. Forse, pensavano alla successiva rappresaglia verso coloro che essi chiamavano "Banditi", alla tedesca "Banditen ", può darsi... Oppure pensavano alle avventure che avrebbero avuto con le ragazze, alla sera . Ancora mi tornano alla mente, restano impresse le parole di quell' imputato, nel processo iniziato nel 1947 per gli atti compiuti nel Canavese (Piemonte)".... erano azioni di guerra...dovevamo pur difenderci.. ed è naturale che sparassimo proiettili incendiari per snidare gli aggressori..." . Il capo d'accusa : "uccisione di 14 persone, incendi, saccheggi , sevizie, fucilazioni di prigionieri, civili e feriti..." Gli atti processuali riguardavano le gesta effettuate dal "Battaglione Sagittario" - X Mas..."..."i soldati cominciarono a sparare sui prigionieri disordinatamente ... " ( da " La Stampa di Torino del 20 maggio 1947 , numero 117- pag.2. Fatto accaduto il 7 aprile 1944 - fucilazione di 16 partigiani avvenuta a Caluso, archivio storico de "La Stampa"- Torino).
Le vittime, in realtà, non erano banditi , ma solo dei patrioti che combattevano la barbarie nazifascista, contro l'occupante nazista. Ecco, in omaggio a quelle formazioni, a quegli uomini che, ora reduci attempati, che amano definirsi "I vinti", oggetto di libri di successo commerciale e densi del più squallido revisionismo, è stato creato, a Trieste - due anni addietro - un Centro che dovrebbe essere di documentazione, ma risulta chiaro e palese riferimento apologetico nell' Istituto denominato, dal nome del suo promotore ," Carlo Alfredo Panzarasa"- Trieste, via Ghega. Orbene, la Regione Friuli-Venezia Giulia, Presidente Renzo Tondo , Pdl, ha ritenuto opportuno offrire a quell'Istituto, per l'anno corrente 2013 , un contributo "straordinario" di ben 30 mila euro, con la legge regionale 29 dicembre 2011, n.18 , art.11, comma 230 e con il capitolo S-5659, che accoglie soldi pubblici, ha erogato a quell' Istituto il contributo in parola, soldi anche nostri , di chi non condivide di certo quei metodi ed è , anzi, contrario quelle finalità di violenza ."....per la realizzazione di avvenimenti correlati agli obiettivi dell'Associazione stessa ( vale a dire della X Mas) ". Capitolo di spesa, inoltre, che potrebbe essere rifinanziato nel 2014 e 2015. Senza alcuna obiezione, nessuna perplessità, almeno finora. E la Fondazione Crt sempre di Trieste, presieduta da Alfredo Paniccia, si accoda nei contributi alla Regione con altra offerta finanziaria. Per non parlare dei 20.000 euro che sempre il Presidente Tondo e la sua Giunta erogano a favore dell'Associazione revisionista e nostalgica" Novecento", che nel 2005 aveva invitato al caffè S. Marco, per una " dotta" conferenza, una SS. francese, reduce del "Battaglione Charles Magne", suscitando giustamente l'ira dello scrittore concittadino Claudio Magris. La conferenza fu rinviata "sine die". E recentemente ha invitato Stefano Delle Chiaie per la presentazione di un suo libro. Evidentemente la "spending revuew" esiste e abbatte la sua scure solo su certe Associazioni di Cultura, quelle, ad esempio, che si sono riunite in un noto caffè storico della città' (Casa dell'Arte, Casa della letteratura, Casa del teatro) per denunciare l'assenza di ogni aiuto finanziario da parte della Regione (vedi Il Piccolo del 3 febbraio c.a., pag.24 - "La Regione ha azzerato i contributi. Tre "case" triestine lanciano un forum contro i tagli integrali") . I tagli operano, infine, sui lavoratori, sulle pensioni e sul sistema sanitario, non certo su chi organizza convegni apologetici del fascismo. Domando: quell'Istituto serve veramente per studiare, approfondire avvenimenti di carattere storico e comprendere e scoprire ulteriore documentazione...? Svolge una funzione di cultura critica ? O segue forse criteri puramente apologetici del ventennio, seguendo i soliti percorsi clientelari ? Quali, se ci sono, i criteri valutativi per le citate erogazioni, comprese associazioni quali la Lega nazionale, patriottiche tout-court o presunte tali ? A queste ultime perchè ben 270.000 -duecentosettantamila euro)? E perchè l'esclusione delle altre associazioni culturali ? Così ci si allontana sempre più dalla Costituzione, dall 'Ue, dalla Resistenza, valore indiscusso, sacro ed intoccabile , ormai, in tutta Europa.
Claudio Cossu

martedì 5 febbraio 2013

ANTONIO GRAMSCI

Le grandi idee

Le idee sono grandi in quanto sono attuabili, cioè in quanto rendono chiaro un rapporto reale che è immanente nella situazione e lo rendono chiaro in quanto mostrano concretamente il processo di atti attraverso cui una volontà collettiva organizzata porta alla luce quel rapporto (lo crea) o portatolo alla luce, lo distrugge, sostituendolo.
I grandi progettisti parolai sono tali appunto perché della "grande idea" lanciata non sanno vedere i vincoli con la realtà concreta, non sanno stabilire il processo reale di attuazione.
Lo statista di classe intuisce simultaneamente l'idea e il processo reale di attuazione: compila il progetto e insieme il "regolamento" per l'esecuzione.
Il progettista parolaio procede "provando e riprovando"; della sua attività si dice che "fare e disfare è tutto un lavorare" (...)
Antonio Gramsci

domenica 3 febbraio 2013

TANTI AUGURI RIFONDAZIONE COMUNISTA!!!!

http://www2.rifondazione.it/primapagina/?p=452

APPUNTAMENTO IMPORTANTE VENERDI 8 FEBBRAIO

I Circoli di Rifondazione Comunista dell’Alto Sebino e della Vallecamonica in vista delle prossime elezioni regionali organizzano:


ACQUA ED ENERGIA QUALE SVILUPPO PER LA VALLECAMONICA
 Venerdi 8 febbraio, ore20:30
A Breno, presso la Sala B.I.M.
ASSEMBLEA PUBBLICA con:
MATTEO GADDI candidato a Brescia per la lista “Etico, a Sinistra”
ALESSIO DOMENIGHINI “Comitato Acqua Pubblica di Vallecamonica”
MARIO AGOSTINELLI "Associazione Energia Felice"
Coordina la serata  GIANLUIGI DI GIORGIO segretario PRC di Vallecamonica

                                                                          

venerdì 1 febbraio 2013

IL PATTO PD-MONTI C'E' GIA'! INTERVISTA A PAOLO FERRERO

http://www2.rifondazione.it/primapagina/?p=350

FALCONI E AVVOLTOI - 2 .......DI MARCO TRAVAGLIO

http://www.liberazione.it/rubrica-file/Falconi-e-avvoltoi-2.htm

RIVOLUZIONE CIVILE E IL PRC....

Rivoluzione civile e il Prc

I comunisti e la loro politica, fatta per immersione, nei movimenti e nel conflitto sociale

Una delle tante fole che hanno libero e purtroppo incontrastato corso in questa indecente campagna elettorale è quella che contrappone - come materia all'antimateria - la politica (tutta la politica) e i partiti (tutti i partiti) alla cosiddetta "società civile" o, variante letteraria e allusivamente più moderata, alla cosiddetta "cittadinanza attiva".
Questa supposta, irriducibile contrapposizione, propalata come verità rivelata, serve a dare per assodate cose che tali non sono per nulla, anche se solidamente incuneate nel senso comune. Innanzitutto la tesi secondo cui i partiti in quanto tali, nella loro forma organizzata, non sarebbero organizzazioni libere e volontarie di cittadini, ma apparati di potere che hanno usurpato ogni spazio pubblico per perseguire più o meno oscuri interessi privati o di gruppo, quando non degenerano in conventicole di malversatori. Tutti così, inevitabilmente e indistintamente. Non c'è scampo. Le sopercherie e le malandrinate degli uni vengono con consumata malizia spalmate sugli altri, su tutte le forze politiche, come colpe indivise, nella notte nella quale tutti i gatti diventano bigi.
Poi, con uno strabiliante gioco di prestigio, questa supposta "tara genetica" viene attribuita proprio a quelle forze, come Rifondazione, che fanno della militanza sociale nei movimenti la ragion d'essere della propria esistenza. Succede così che lo stigma infamante viene rovesciato su giovani e meno giovani che rivendicano con orgoglio l'appartenenza politica a partiti (sì, a partiti!) della sinistra radicale e che nello stesso tempo partecipano, con generosità e disinteresse personale, alle lotte per la pace, contro la guerra, per i diritti dei lavoratori, degli studenti, delle donne, degli immigrati, delle minoranze etniche e di genere discriminate; che vivono per immersione dentro i movimenti ecologisti; che animano le campagne per la riappropriazione sociale dei beni comuni; che trovi nelle brigate di solidarietà quando si tratta di portare soccorso alle popolazioni colpite da alluvioni e terremoti.
Ebbene, queste persone, questi comunisti che si incontrano ovunque c'è da ingaggiarsi in un conflitto democratico, hanno titolo oppure no, di considerarsi parte di quella "società civile" e di quella "cittadinanza attiva" che vengono invece loro strumentalmente opposte come luogo della genuinità tradita dai partiti?
C'è un esercito di strateghi di questa sofisticata arte della manipolazione che dilaga, soprattutto negli schermi televisivi: giornalisti a libro paga dei partiti maggiori (questi sì coinvolti, in varia misura, in compromissioni e scandali di ogni genere e tipo) che come cani liberati dalla catena si avventano contro il bersaglio che i loro padroni hanno indicato di mordere.
E' quello che da giorni (da quando cioè il Pd si è accorto che Rivoluzione civile fa paura e potrebbe rappresentare nel futuro parlamento l'ago della bilancia) sta capitando ad Antonio Ingroia, sottoposto ad un'aggressione vergognosa.
E' di questa mattina (Omnibus, La 7) l'ultimo esaltante episodio di giornalismo embedded. Protagonisti Marco Da Milano (L'Espresso), Marcello Sorgi (La Stampa) e Alessandra Sardoni (La7), i quali hanno trasformato l'incontro con il candidato premier di Rc in una corrida, in un fuoco compulsivo dove il programma di Rivoluzione civile è stato rimosso dagli "intervistatori" per lasciare il posto a comiziesche requisitorie sul criptocomunismo di Ingroia (Sorgi), sulla sua partecipazione al congresso del Pdci (divenuto, nell'approssimativa foga inquisitrice della Sardoni, un comizio), sul suo abbandono della missione in Guatemala (con Da Milano impegnato nel conteggio di giorni, ore, minuti lì trascorsi dall'ex magistrato) e ancora, implacabilmente, sulla scelta di accogliere nella Lista alcuni segretari dei partiti che hanno concorso a dare vita alla coalizione: primizie di giornata, come ognuno può vedere.
A questa sarabanda, più triste che volgare, Ingroia ha risposto con semplice, asimmetrica serenità. Forse anche con un tratto di ingenuità che, come dice il saggio, talvolta diventa una grande forza.
L'insegnamento che ne viene è però che spetta a noi dare impulso, in queste decisive settimane, ad una campagna elettorale che spazzi via menzogne e contumelie, per raccontare direttamente, in mezzo alla gente, quello che Rivoluzione civile propone. Del resto, non è quello che da sempre sappiamo fare meglio? Dal "disservizio" televisivo pubblico non ci si può oggi attendere altro che merce avariata.
Dino Greco
in data:01/02/2013