Fiat fabbrica di chiacchiere, restituiamo dignità al lavoro
Oggi alle 13 sarò a Torino, di fronte ai cancelli della Fiat.
Si tratta, forse, dell’appuntamento più importante di questa campagna
elettorale perché, oggi più che mai, l’azienda torinese è il simbolo di
tutte le principali sfide che attendono un governo di centrosinistra nei
fatti e non solo nel nome.
Alla Fiat, negli ultimi anni, i diritti dei lavoratori sono stati violati impunemente. La Costituzione
è stata trasformata in carta straccia. La legalità è stata calpestata
senza vergogna da un’azienda che si ritiene al di sopra delle leggi
dello Stato. Tutto questo con la piena complicità dei governi Berlusconi
e Monti e spesso, purtroppo, anche del Partito democratico. La Fiat,
principale industria automobilistica italiana, sta abbandonando il
nostro Paese senza che nessun governo dica una parola. Tutti fingono di
credere alle promesse che Marchionne fa, senza alcuna
intenzione di mantenerle, solo per garantirsi che lo Stato italiano
continui a regalare risorse pubbliche al Lingotto, senza chiedere nulla
in cambio.
A tutti gli attacchi ai diritti dei
lavoratori, poi, ha corrisposto un’inesorabile perdita di fette di
mercato e la mancanza di nuovi modelli e d’innovazione. La Fiat,
insomma, è diventata solo una fabbrica di chiacchiere, per colpa di
qualcuno, a discapito di tanti. Rivoluzione Civile è
nata proprio per impedire che, nei prossimi anni, si ripetano scempi
come quelli che ha compiuto fino ad oggi Sergio Marchionne, e per
restituire dignità al lavoro.
Antonio Ingroia
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