giovedì 7 febbraio 2013

TRATTO DA LIBERAZIONE

lettera aperta

Quando le Istituzioni spacciano per cultura l'apologia fascista

Ho ancora nei miei occhi, ferma nelle retine, immobile come la sequenza di una vecchia pellicola difettosa, bloccata sullo schermo del mio sgomento, l'immagine del giovane partigiano impiccato nel mezzo della piazza del Municipio di Ivrea. Il misero corpo straziato apparteneva ad un ragazzo di Biella, F.N. le iniziali del suo nome, 22 gli anni di quella giovane vita, paesaggio piemontese immerso nella lotta partigiana del 1944, in un contesto di profonda tensione e privo di ogni umana pietas. La fotografia testimonia, appunto, l'esecuzione di quel ragazzo, a seguito del rastrellamento effettuato dagli uomini della X ( flottiglia) Mas per un attentato effettuato dai partigiani della zona. Attorno sono visibili , nell'algida raffigurazione di quegli anni lontani, le divise dai maglioni dal colore grigio, l'elmo o il basco con l'insegna dell 'ancora, la rosa tra i denti di un lugubre teschio, portato con ostentata baldanza sulle mostrine con i gladii..... il mitra a tracolla ... Era, appunto, l'anno 1944, e da quella tragica icona in bianco e nero, è visibile chiaramente una scritta minacciosa, un ammonimento contenuto sul cartello appeso al collo del ragazzo dal corpo inanimato, monito che doveva destare terrore a tutti gli eventuali trasgressori . Recitava la scritta: "Aveva con le armi tentato di colpire la DECIMA"  ("Publifoto", riportata da Ricciotti Lazzero, "La decima mas ", ed. Rizzoli, Milano, 1984- Centro Studi sulla Resistenza nel Canavese).
Quel cartello risulta, di per sè, il più chiaro atto di accusa, l 'evidente condanna dei metodi adottati dalle formazioni della X Mas, che prontamente avevano aderito alla RSI nel 1943, e, anche se esse vantassero una certa autonomia, ma pur sempre a fianco dell'alleato nazista, nella repressione come nei rastrellamenti o nelle fucilazioni, unitamente alle SS. Nei confronti di italiani oppressi che volevano divenire liberi, contro l'occupante nazista, ed il servilismo e la piaggeria di uno stato fantoccio mai riconosciuto come tale a livello diplomatico internazionale, ma solo da parte del Terzo Reich e del Giappone, ultimi e soli alleati.
Nella raffigurazione tragicamente famosa, ormai, giovani militari dimostravano indifferenza all'obbiettivo, si aggiravano fumando in quella piazza, passeggiando e parlando tra loro, scherzando, algidamente estranei a quel triste scenario. Ma che importava? La loro operazione era stata portata a termine, avevano obbedito agli ordini e la coscienza risultava loro leggera, nessun pentimento, nessun rimorso. Forse, pensavano alla successiva rappresaglia verso coloro che essi chiamavano "Banditi", alla tedesca "Banditen ", può darsi... Oppure pensavano alle avventure che avrebbero avuto con le ragazze, alla sera . Ancora mi tornano alla mente, restano impresse le parole di quell' imputato, nel processo iniziato nel 1947 per gli atti compiuti nel Canavese (Piemonte)".... erano azioni di guerra...dovevamo pur difenderci.. ed è naturale che sparassimo proiettili incendiari per snidare gli aggressori..." . Il capo d'accusa : "uccisione di 14 persone, incendi, saccheggi , sevizie, fucilazioni di prigionieri, civili e feriti..." Gli atti processuali riguardavano le gesta effettuate dal "Battaglione Sagittario" - X Mas..."..."i soldati cominciarono a sparare sui prigionieri disordinatamente ... " ( da " La Stampa di Torino del 20 maggio 1947 , numero 117- pag.2. Fatto accaduto il 7 aprile 1944 - fucilazione di 16 partigiani avvenuta a Caluso, archivio storico de "La Stampa"- Torino).
Le vittime, in realtà, non erano banditi , ma solo dei patrioti che combattevano la barbarie nazifascista, contro l'occupante nazista. Ecco, in omaggio a quelle formazioni, a quegli uomini che, ora reduci attempati, che amano definirsi "I vinti", oggetto di libri di successo commerciale e densi del più squallido revisionismo, è stato creato, a Trieste - due anni addietro - un Centro che dovrebbe essere di documentazione, ma risulta chiaro e palese riferimento apologetico nell' Istituto denominato, dal nome del suo promotore ," Carlo Alfredo Panzarasa"- Trieste, via Ghega. Orbene, la Regione Friuli-Venezia Giulia, Presidente Renzo Tondo , Pdl, ha ritenuto opportuno offrire a quell'Istituto, per l'anno corrente 2013 , un contributo "straordinario" di ben 30 mila euro, con la legge regionale 29 dicembre 2011, n.18 , art.11, comma 230 e con il capitolo S-5659, che accoglie soldi pubblici, ha erogato a quell' Istituto il contributo in parola, soldi anche nostri , di chi non condivide di certo quei metodi ed è , anzi, contrario quelle finalità di violenza ."....per la realizzazione di avvenimenti correlati agli obiettivi dell'Associazione stessa ( vale a dire della X Mas) ". Capitolo di spesa, inoltre, che potrebbe essere rifinanziato nel 2014 e 2015. Senza alcuna obiezione, nessuna perplessità, almeno finora. E la Fondazione Crt sempre di Trieste, presieduta da Alfredo Paniccia, si accoda nei contributi alla Regione con altra offerta finanziaria. Per non parlare dei 20.000 euro che sempre il Presidente Tondo e la sua Giunta erogano a favore dell'Associazione revisionista e nostalgica" Novecento", che nel 2005 aveva invitato al caffè S. Marco, per una " dotta" conferenza, una SS. francese, reduce del "Battaglione Charles Magne", suscitando giustamente l'ira dello scrittore concittadino Claudio Magris. La conferenza fu rinviata "sine die". E recentemente ha invitato Stefano Delle Chiaie per la presentazione di un suo libro. Evidentemente la "spending revuew" esiste e abbatte la sua scure solo su certe Associazioni di Cultura, quelle, ad esempio, che si sono riunite in un noto caffè storico della città' (Casa dell'Arte, Casa della letteratura, Casa del teatro) per denunciare l'assenza di ogni aiuto finanziario da parte della Regione (vedi Il Piccolo del 3 febbraio c.a., pag.24 - "La Regione ha azzerato i contributi. Tre "case" triestine lanciano un forum contro i tagli integrali") . I tagli operano, infine, sui lavoratori, sulle pensioni e sul sistema sanitario, non certo su chi organizza convegni apologetici del fascismo. Domando: quell'Istituto serve veramente per studiare, approfondire avvenimenti di carattere storico e comprendere e scoprire ulteriore documentazione...? Svolge una funzione di cultura critica ? O segue forse criteri puramente apologetici del ventennio, seguendo i soliti percorsi clientelari ? Quali, se ci sono, i criteri valutativi per le citate erogazioni, comprese associazioni quali la Lega nazionale, patriottiche tout-court o presunte tali ? A queste ultime perchè ben 270.000 -duecentosettantamila euro)? E perchè l'esclusione delle altre associazioni culturali ? Così ci si allontana sempre più dalla Costituzione, dall 'Ue, dalla Resistenza, valore indiscusso, sacro ed intoccabile , ormai, in tutta Europa.
Claudio Cossu

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