giovedì 6 febbraio 2014

Camusso chiede "la testa" di Landini

LAVORO

 
 “Se la Cgil” fosse davvero pronta a denunciare la Fiom agli organi di garanzia del sindacato sull’accordo sulla rappresentanza “sarebbe un fatto gravissimo“. Lo dice il segretario della Fiom, Maurizio Landini, in riposta a una lettera della segretaria Susanna Camusso al Collegio statutario del sindacato. Nella lettera, la segretaria generale della Cgil chiede all’organo di garanzia di attivarsi contro Landini “per appurare se è coerente o consentito che il segretario responsabile di una categoria, la Fiom-Cgil, affermi che le decisioni del comitato direttivo non sono per lui e per la sua categoria un vincolo”.
Intervenendo a L’economia prima di tutto su Radio1 Rai, Landini ha affermato: “Non ne so nulla, per quello che mi riguarda abbiamo chiesto alla Cgil di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere sugli accordi. Una richiesta di democrazia minima – spiega il leader Fiom – e se ad una richiesta simile ci fosse una risposta della Cgil di questa natura”, chiedendo cioè una censura  da parte degli organi di garanzia del sindacato “sarebbe un fatto gravissimo”. Comunque, ha concluso, “quello che mi interessa è concentrarmi su Electrolux, su Fiat, sui lavoratori in cassa integrazione, su chi è in difficoltà e non ha un lavoro: dobbiamo concentrarci su questi temi”.
Non ha precedenti, in tutta la storia della Cgil pur densa di confronti politici anche aspri, in particolare fra confederazione e sindacato dei metalmeccanici, che il capo di quest'ultima chieda la testa del segretario generale della più forte e combattiva categoria. E' un segno, indubbiamente drammatico, dello stato di confusione, di deriva politica, culturale e ormai anche morale, che sta minando nelle fondamenta il sindacato di Corso d'Italia, tanto impotente nell'imbastire uno straccio di iniziativa contro la crisi, quanto violento nel gestire il dissenso interno attraverso la clava dei provvedimenti amministrativi.
E' impensabile che in un contesto di rapporti politici e personali così logorato possa resistere l'alleanza fra Confederazione e Fiom nella mozione congressuale di maggioranza. Un paradosso che rischia di mettere all'angolo soprattutto il sindacato di Landini che ha sin qui cercato di mimetizzare negli emendamenti al documento di Camusso un dissenso che diviene ogni giorno più acuto.
Il testo della lettera di Susanna Camusso al Collegio statutario
"Io sottoscitta Susanna Camusso, tessera numero 718519 del 2013 (non essendomi stata ancora consegnata la tessera del 2014), chiedo al Collegio Statutario di appurare se è coerente o consentito che il Segretario Generale di una categoria, nel caso la Fiom-Cgil affermi che le decisioni del Comitato Direttivo non sono per lui e per la sua segreteria un vincolo, e che non essendo vincolato discuterà con la Fiom-Cgil e i delegati quello che c'è da fare. Dichiarazioni rese nell'intervento al Comitato Ditrettivo e reiterate ripetutamente alla stampa. Chiedo, inoltre, al Collegio Statutario se è in violazione della norma, come si possa determinare il rimedio o la sanzionabilità del comportamento stesso".
La risposta del Collegio Statutario
La risposta del Collegio, del tutto scontata, è arrivata l'altro ieri. Essa non fa che ribadire, letteralmente, ciò che lo Statuto prevede e cioè che il dissenso nell'organizzazione è consentito "prima delle decisioni", ma una volta che queste sono state assunte dall'organismo dirigente vale il principio dell'"unicità dell'organizzazione". L'inadempienza, una volta accertata - conclude il Collegio - si configura come "inadempienza statutaria", passibile delle sanzioni disciplinari che vanno dal "biasimo scritto" fino all'"espulsione".
Quello che resta da stabilire è se la dura presa di posizione di Landini non sia giustificata da una precedente, grave violazione statutaria di cui Camusso stessa è stata protagonista quando sottoscrisse, senza alcun mandato, l'accordo che lede il diritto di sciopero dei lavoratori (prevedendo persino sanzioni contro chi lo effettui in violazione di accordi sindacali sottoscritti dalla maggioranza) e, attraverso le procedure di arbitrato, prevarica le categorie, sequestrando prerogative che spettano ad esse sole.
D.G.
in data:05/02/2014

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