LAVORO
“Se la Cgil” fosse davvero pronta a denunciare la Fiom
agli organi di garanzia del sindacato sull’accordo sulla rappresentanza
“sarebbe un fatto gravissimo“. Lo dice il segretario della Fiom,
Maurizio Landini, in riposta a una lettera della segretaria Susanna
Camusso al Collegio statutario del sindacato. Nella lettera, la
segretaria generale della Cgil chiede all’organo di garanzia di
attivarsi contro Landini “per appurare se è coerente o consentito che il
segretario responsabile di una categoria, la Fiom-Cgil, affermi che le
decisioni del comitato direttivo non sono per lui e per la sua categoria
un vincolo”.
Intervenendo a L’economia prima di tutto su Radio1 Rai, Landini
ha affermato: “Non ne so nulla, per quello che mi riguarda abbiamo
chiesto alla Cgil di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere
sugli accordi. Una richiesta di democrazia minima – spiega il leader
Fiom – e se ad una richiesta simile ci fosse una risposta della Cgil di
questa natura”, chiedendo cioè una censura da parte degli organi di
garanzia del sindacato “sarebbe un fatto gravissimo”. Comunque, ha
concluso, “quello che mi interessa è concentrarmi su Electrolux, su
Fiat, sui lavoratori in cassa integrazione, su chi è in difficoltà e non
ha un lavoro: dobbiamo concentrarci su questi temi”.
Non ha precedenti, in tutta la storia della Cgil pur densa di confronti
politici anche aspri, in particolare fra confederazione e sindacato dei
metalmeccanici, che il capo di quest'ultima chieda la testa del
segretario generale della più forte e combattiva categoria. E' un segno,
indubbiamente drammatico, dello stato di confusione, di deriva
politica, culturale e ormai anche morale, che sta minando nelle
fondamenta il sindacato di Corso d'Italia, tanto impotente
nell'imbastire uno straccio di iniziativa contro la crisi, quanto
violento nel gestire il dissenso interno attraverso la clava dei
provvedimenti amministrativi.
E' impensabile che in un contesto di rapporti politici e personali così
logorato possa resistere l'alleanza fra Confederazione e Fiom nella
mozione congressuale di maggioranza. Un paradosso che rischia di mettere
all'angolo soprattutto il sindacato di Landini che ha sin qui cercato
di mimetizzare negli emendamenti al documento di Camusso un dissenso che
diviene ogni giorno più acuto.
Il testo della lettera di Susanna Camusso al Collegio statutario
"Io sottoscitta Susanna Camusso, tessera numero 718519 del 2013 (non
essendomi stata ancora consegnata la tessera del 2014), chiedo al
Collegio Statutario di appurare se è coerente o consentito che il
Segretario Generale di una categoria, nel caso la Fiom-Cgil affermi che
le decisioni del Comitato Direttivo non sono per lui e per la sua
segreteria un vincolo, e che non essendo vincolato discuterà con la
Fiom-Cgil e i delegati quello che c'è da fare. Dichiarazioni rese
nell'intervento al Comitato Ditrettivo e reiterate ripetutamente alla
stampa. Chiedo, inoltre, al Collegio Statutario se è in violazione della
norma, come si possa determinare il rimedio o la sanzionabilità del
comportamento stesso".
La risposta del Collegio Statutario
La risposta del Collegio, del tutto scontata, è arrivata l'altro ieri.
Essa non fa che ribadire, letteralmente, ciò che lo Statuto prevede e
cioè che il dissenso nell'organizzazione è consentito "prima delle
decisioni", ma una volta che queste sono state assunte dall'organismo
dirigente vale il principio dell'"unicità dell'organizzazione".
L'inadempienza, una volta accertata - conclude il Collegio - si
configura come "inadempienza statutaria", passibile delle sanzioni
disciplinari che vanno dal "biasimo scritto" fino all'"espulsione".
Quello che resta da stabilire è se la dura presa di posizione di
Landini non sia giustificata da una precedente, grave violazione
statutaria di cui Camusso stessa è stata protagonista quando
sottoscrisse, senza alcun mandato, l'accordo che lede il diritto di
sciopero dei lavoratori (prevedendo persino sanzioni contro chi lo
effettui in violazione di accordi sindacali sottoscritti dalla
maggioranza) e, attraverso le procedure di arbitrato, prevarica le
categorie, sequestrando prerogative che spettano ad esse sole.
D.G.
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