LAVORO
Dopo i fatti, la Fiom milanese, precisa in una nota di avere «criticato pubblicamente la decisione di Cgil Lombardia di non coinvolgere la categoria dei metalmeccanici in un'assemblea confederale dei delegati con all'ordine del giorno il testo unico sulla rappresentanza, ma non essendo stati invitati non c'eravamo proprio. Nessun blitz, quindi, nessuna irruzione». «Noi siamo la Fiom: dissentiamo, rivendichiamo, non provochiamo. Non permettiamo a nessuno di strumentalizzare le nostre posizioni, trascinandoci su un terreno che non ci appartiene. Detto questo, consideriamo grave e preoccupante che ad un componente del Direttivo nazionale della Cgil e primo firmatario della mozione congressuale 'Il sindacato è un'altra cosa', sia stata negata la parola. L'esclusione dei metalmeccanici ad un attivo della Cgil e quanto è accaduto questa mattina confermano l'esigenza di una discussione all'interno della confederazione: la democrazia è una cosa seria, non un optional».
Solidearietà a Cremaschi viene espressa dal segretario del Prc Ferrero: «Aver impedito di intervenire ad un dirigente sindacale firmatario di uno dei documenti del Congresso ed averlo espulso a spintoni dall’assemblea è dimostrazione di un clima di intolleranza grave. L’agibilità dentro la più grande organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori riguarda la democrazia nel mondo del lavoro e nella società. Il recupero di una modalità che consenta il pluralismo delle diverse opinioni - conclude Ferrero - è per questo una necessità per la democrazia e per porre rimedio ad una vicenda che nulla ha a che fare con la storia della CGIL».
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