lunedì 24 febbraio 2014

L'EDITORIALE



Il nonsense di Renzi al Senato

Accidenti! Giuliano Ferrara, intervenendo come un fulmine alla trasmissione di SKY, mi ha rubato l'attacco del pezzo che, sull'intervento del presidente del Consiglio in Senato, stavo giusto per iniziare. «Questo - ha detto - è certamente il discorso politico più brutto che abbia mai ascoltato. Sia nella Prima Repubblica, sia nella Seconda, ma persino sotto il fascismo. Ma andiamo, siamo in Senato! Ma neanche in un consiglio comunale di periferia». Mi ha rubato l'attacco, perché stavo proprio per dirlo io. Dalle 14,8 alle 15,18: lui parlava e la povera vostra cronista a fare ininterrottamente la domanda di Crozza: ma scusi Renzi, che sta dicendo? In effetti, trovare un filo, sia rosso o di qualsivoglia colore, in quello che è andato dicendo il neo presidente del Consiglio, è praticamente impossibile, più che pifferaio magico, cacao meravigliao. Lì nell'aula «colma di tanta magnificenza», come dice lui, «le gentili senatrici e i gentili senatori», come dice lui, devono essersi stropicciati gli occhi, ma dove siamo? Gli applausi scarseggiano di brutto e, chi ha visto, dice che i grillini facessero boccacce.
In effetti, ha detto di tutto, di più, cioè niente. La grandezza della sfida, non ho l'età, oggi la fiducia non va di moda, siamo in un paese impantanato, siamo in una fase innovativa, il Senato così com'è deve sparire, «lo chiede il Paese», ci sono i mercati rionali da ascoltare, occorre un'Italia brillante, e la Scuola! «Li avete mai visti voi i genitori che portano i figli a scuola?», boh. «Restituire valore sociale agli insegnanti!», boh. C'è poi «il 1 luglio», che ci deve trovare preparati e pure risanati, ragazzi, incomincia il semestre italico alla Commissione Ue! E comunque dobbiamo far capire «alla generazione dell'era sms» che politica non è una parolaccia, ohibò!
Brusii, interruzioni, risatine. Va bene, a questo punto, dice, «entro nel merito». Caspita! Ogni mercoledì andrò a far visita a una scuola, comincerò da Treviso (boh). Chiederò agli 8000 sindaci d'Italia di farmi il punto sulla edilizia scolastica, chiederò come minimo da 4 a 5 miliardi per risanarla, l'edilizia scolastica. Rammenderò le periferie. Sbloccherò to-tal-me-nte tutti i debiti dello Stato verso le imprese. E il Titolo V! Vi siete forse dimenticati del titolo V?! E la burocrazia burosaura, i dirigenti inamovibili (novità strabilianti, non l'avevamo mai sentito dire...); e la giustizia, sia amministrativa che civile che penale, in pauroso tilt (mai sentita anche questa...); e gli incidenti stradali, gli incidenti stradali!! Dove mettete tutto questo? E gli investimenti stranieri da attrarre; e il Piano del lavoro, beh quello sarà pronto entro marzo...
Quanto a Letta, «saluto con riconoscenza - dice, dice! - il presidente uscente», sic sic sic.
E in conclusione? «Stamattina prima di venire qua, ho telefonato ai nostri due marò in India. Ho telefonato a Lucia, la donna di Pesaro che è stata sfigurata. Ho telefonato a un mio amico che ha perso il posto di lavoro» (bravo bis). E in conclusione-conclusione, ci ha tenuto a riferire, lì nell'Aula magnificente, quanto «mi ha detto, per farmi una carineria, una signora che ho incontrato per strada: "Ma se può fare il presidente del Consiglio uno come te, allora lo può fare chiunque"».
In effetti...Vox populi, vox dei.
Maria R. Calderoni
in data:24/02/2014

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