venerdì 7 marzo 2014

Euro-insubordinati in nome di Tsipras

Euro-insubordinati in nome di Tsipras


di Roberto Ciccarelli – il manifesto
In campo. Presentate a Roma le candidature dell’«Altra Europa con Tsipras: 37 uomini, 36 donne; 59 candidati sono stati espressi da movimenti, associazioni e «società civile», 14 dai partiti. Nel programma: riscrivere lo statuto della Bce, investimenti pubblici e tutele sociali, un’Europa che non cede al neoliberismo e ai nazionalismi
La lista «L’Altra Europa con Tsi­pras» ha pre­sen­tato 73 can­di­da­ture per le ele­zioni euro­pee di mag­gio. Ci sono 37 uomini, 36 sono le donne; 59 can­di­dati sono stati espressi da movi­menti, asso­cia­zioni e «società civile», 14 dai par­titi che sosten­gono la lista: Sel e Rifon­da­zione comu­ni­sta. Sono state rac­colte oltre 200 pro­po­ste, cia­scuna delle quali sot­to­scritta da asso­cia­zioni, comi­tati, gruppi o par­titi che hanno ade­rito alla lista. Oltre 7 mila sono state le firme a soste­gno delle can­di­da­ture, un dato che con­ferma l’interesse per un espe­ri­mento in con­tro­ten­denza con i recenti e disa­strosi fal­li­menti della «sini­stra radi­cale». L’obiettivo è rag­giun­gere un risul­tato a due cifre, anche se il 6–7% dei voti che i primi son­daggi attri­bui­scono alla lista «ci ren­dono molto contenti».
Lo ha detto ieri Bar­bara Spi­nelli, capo­li­sta in tre cir­co­scri­zioni su 5. «Io di mestiere scrivo – ha detto – Ho pen­sato che que­ste capa­cità dovevo comu­ni­carle diver­sa­mente per met­terle a dispo­si­zione degli invi­si­bili, testi­mo­niando per chi non ha voce, per farli diven­tare com­bat­tenti per un’Europa radi­cal­mente diversa da quella che ci hanno con­se­gnato i con­ser­va­tori e da quella che vuole ritor­nare alle sovra­nità nazio­nali. Que­ste forze oggi sono com­plici e vogliono garan­tire lo sta­tus quo». Per Spi­nelli que­sto ragio­na­mento trac­cia la linea degli «euroin­su­bor­di­nati». Un tra­iet­to­ria che parte da sini­stra con la can­di­da­tura di Tsi­pras, desi­gnato alla pre­si­denza della Com­mis­sione euro­pea dalla sini­stra euro­pea nel con­gresso tenuto a Madrid e riven­di­cato da Rifon­da­zione Comu­ni­sta, e che ambi­sce a con­qui­starsi una posi­zione auto­noma rispetto ai socia­li­sti e demo­cra­tici euro­pei (dove si trova ilPd di Mat­teo Renzi), ai con­ser­va­tori e ai libe­rali. Con Verho­stadt, can­di­dato dell’Alde, come con lo stesso Schultz can­di­dato dei socia­li­sti, Spi­nelli non ha tut­ta­via escluso contatti.
Sul ritiro della can­di­da­tura di Camil­leri, le spie­ga­zioni sono state forse poco con­vin­centi. Averla comu­ni­cata il 2 marzo, per poi smen­tirla subito dopo, è attri­buito alla «gioia che si can­di­dava». Men­tre in realtà quella deci­sione non era stata ancora presa. Spi­nelli si è scu­sata per l’«intempestività» e assi­cura che Camil­leri con­ti­nuerà a soste­nere la lista. Spi­nelli ha infine spie­gato la sua deci­sione di riti­rarsi dopo l’eventuale ele­zione. Di solito que­sto avviene a urne chiuse quando i poli­tici nazio­nali cedono il posto alle seconde file. Averlo annun­ciato prima, ha detto Spi­nelli, «per­mette di eleg­gere i più votati e com­pe­tenti. Lo per­mette il metodo delle preferenze».
Agli «euroin­su­bor­di­nati» la gior­na­li­sta e scrit­trice, figlia di Altiero Spi­nelli, pro­pone un ragio­na­mento poli­tico com­plesso, ma che rien­tra nelle corde della sini­stra euro­pea. Dimo­strare che esi­ste, oggi, la pos­si­bi­lità di essere con­tro l’austerità senza cedere ai popu­li­smi che con ogni pro­ba­bi­lità mie­te­ranno suc­cessi alle pros­sime ele­zioni. Il movi­mento 5 Stelle di Grillo e Casa­leg­gio, con­si­de­rato ad oggi il depo­si­ta­rio delle posi­zioni anti-austerità, viene dato in una for­bice tra il 20–25%. Su que­sta base sono rie­merse ieri parole che non ascol­ta­vamo da almeno un decen­nio in una sede poli­tica ita­liana: l’idea dell’Europa non pri­gio­niera del neo­li­be­ri­smo e del suo deter­mi­ni­smo eco­no­mi­ci­sta. Un’Europa dove la per­dita della sovra­nità degli Stati-nazione non è pre­li­mi­nare all’esproprio della deci­sione poli­tica dei popoli, come degli indi­vi­dui, bensì ad una redi­stri­bu­zione della ric­chezza e dei poteri a livello sovra­na­zio­nale e in maniera democratica.
Un’Europa, infine, poli­tica, che sap­pia cioè rive­dere di sana pianta i suoi trat­tati; rove­sciare i man­dati costi­tu­tivi della Bce di Mario Dra­ghi; avviare un piano neo-keynesiano di inve­sti­menti pub­blici; appli­care le tutele sociali minime a par­tire da un sala­rio e da un red­dito minimo per 19 milioni di disoc­cu­pati e per­lo­meno il dop­pio di pre­cari e lavo­ra­tori auto­nomi. Tsi­pras ha pro­po­sto una con­fe­renza euro­pea sul debito per i paesi dell’Europa del Sud, simile a quella che nel 1953 alle­viò il peso che gra­vava sulla Ger­ma­nia del Dopo­guerra. Una pro­po­sta ripresa dalla lista ita­liana, poten­zial­mente capace di rom­pere ogni schema di poli­tica eco­no­mica adot­tata in Italia.
Un altro mondo, incon­ce­pi­bile. Sapendo che il vero banco di prova sarà il dopo-elezioni. Nascerà una pro­spet­tiva costi­tuente, e uno spa­zio poli­tico, tra le com­pa­gini che stanno dando vita a que­sta espe­rienza, ma soprat­tutto oltre?

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